CHI SIAMO

L'associazione Museke Onlus

La storia anno per anno:

1965 I primi contatti di Enrica Lombardi con l’Africa: colpita dalla condizione di povertà della popolazione in generale e della donna in particolare, decide di iniziare un progetto educativo a Gitega (Burundi). Negli anni successivi vengono costruiti una scuola e un atelier di taglio e cucito; sorge un centro sanitario e un dispensario.


1969 Viene costituita ufficialmente l’Associazione. Partono le prime volontarie italiane che collaborano con il personale locale di Gitega per il funzionamento e la gestione delle opere intraprese, contribuendo alla formazione degli omologhi burundesi. Nel 1986 l’opera – tuttora funzionante in perfetta autonomia – viene lasciata alla gestione locale, a causa dell’ostilità del governo all’attività missionaria degli stranieri cooperanti sul territorio.


1983 Museke estende la propria attività al Rwanda, dove costruisce un monastero di clausura per le Clarisse, inaugurato l’11 agosto 1985, a Kamonyi. Questa prima opera consente a Museke di prendere confidenza col territorio e stabilire buoni rapporti e contatti con la chiesa locale e le Istituzioni.


1988 Sempre in Rwanda, su richiesta del vescovo di Kigali, sorge a Rilima un Centro composto da una casa di accoglienza per orfani totali e portatori di handicap, da un ospedale ortopedico, con due sale operatorie, gestite a turno da personale inviato dall’Italia, un laboratorio di radiologia e d’analisi, un centro per la produzione di protesi per i disabili fisici, e un’invidiabile palestra per la riabilitazione degli stessi. Il complesso viene inaugurato lo stesso anno.


1994 A causa dello scoppio della guerra civile, Museke deve abbandonare il Centro; il gruppo di volontari con i 41 bambini orfani, gli handicappati e numerosi civili presenti al momento della fuga, sono costretti a rientrare in Italia con l’ausilio delle autorità italiane, in particolare del Ministro degli Esteri Andreatta, e con le forze internazionali di pace.

La volontaria Cesarina Alghisi ci offre una testimonianza diretta di ciò che avvenne tra il 10 e il 13 Aprile a Rilima:

Anche in Rwanda si avvertiva chiaramente il fermento e continue aggressioni avvenivano nel villaggio fino alla sera del 6 aprile con l’abbattimento dell’aereo presidenziale e con l’inizio della vera, cruenta guerra fratricida. Sono stata veramente testimone impotente di gravissimi massacri alle porte del nostro Centro, con il terrore che entrassero con la loro cieca violenza, per continuare i loro misfatti sui 41 bimbi presenti al Centro oltre che sui 33 handicappati e su tutto il personale sia locale che italiano. Fortunatamente, sommersa da tanta paura per la vita di tutti, avevo il conforto assiduo per telefono, che miracolosamente continuava a funzionare, con la nostra presidente Enrica Lombardi che si era mossa giorno e notte cercando una via d’uscita per noi e per i bambini. Abbiamo passato giorni e notti interminabili altalenando tra speranza e delusione fino a martedì 12. In questo periodo avevamo nascosto il personale a rischio in una camera oscura: l’unico conforto è stato per loro e per noi la preghiera anche perché contemporaneamente avevamo saputo che le parrocchie di Castenedolo, Concesio e Leno stavano facendo l’adorazione notturna per noi. L’amarezza di dover partire senza i bambini è indescrivibile; la mia ribellione con i militari, in quel momento, non è valsa a nulla. Ma le mie implorazioni, probabilmente, li hanno fatti ritornare il giorno dopo a prendere tutti i nostri bambini, il personale, i ragazzi disabili e le suore Carmelitane. Non potrò mai dimenticare il senso di liberazione, di gratitudine e di gioia provata la notte di mercoledì 13, quando una telefonata mi ha informato che i nostri bambini erano salvi a Nairobi.”


1996 Museke inizia una collaborazione in Guatemala per un progetto da svilupparsi su richiesta delle autorità locali, nella persona di padre Gabriel Peñate Rodriguez, conosciuto anni prima dai fondatori dell’associazione.


1998 Un gruppo di volontari si reca nella città di Guastatoya, Guatemala, e supporta il personale locale nella realizzazione di una clinica, inaugurata l’anno successivo. Il complesso è tuttora funzionante e si può definire l’unica struttura sanitaria pubblica funzionante nell’area. Museke si adopera per il potenziamento e l’ampliamento di un collegio elementare e provvede alla promozione di cooperative femminili, realizzate poi nell’ambito del “Progetto donna”.


2000 L’attività di Museke torna a concentrarsi in Burundi, nel cuore dell’Africa devastato dalla guerra civile. Parte il progetto Nderanseke (‘educami e sarò felice’). E’ una forma di adozione/sostegno a distanza (SAD) particolare, che si propone di sostenere una famiglia locale in grado di accogliere e crescere degli orfani. Ad oggi si annoverano circa 350 adozioni.


2003 Sempre in Burundi Museke inaugura una casa di accoglienza per bambini orfani di guerra e di madre a Mutwenzi vicino a Gitega, gestita attualmente dalle suore di Nazareth e dalle suore della congregazione Bene Maryia. Questa struttura è strettamente legata al progetto Nderanseke: dopo i 6 anni si cerca di inserire il bambino presso parenti, se esistono, o una famiglia adottiva. L’orfanotrofio accoglie attualmente 75 bambini.


2007 Museke torna in Guatemala: Padre Gabriel, divenuto Vescovo del vicariato apostolico di Izabal, sull’oceano Atlantico, progetta la costruzione di un centro culturale per tutelare la lingua e le tradizioni dei Garifuna, una minoranza etnica discendente dagli schiavi africani. Il centro, inaugurato a Pasqua del 2008, si chiama “Centro Comunidad Catolica San Martin de Porres de la Cultura Garifuna para El Desarollo”. E’ un luogo dove potersi riunire, portare avanti le attività culturali e religiose, organizzare incontri e manifestazioni cercando un’integrazione con la comunità.


2008-2009 Museke estende la sua attività alla Bolivia. Qui entra in contatto con l’ associazione Creamos, una Onlus operativa dal 2006, che promuove la vita e la salute dei bambini nel dipartimento di Cochabamba. Museke contribuisce alla costruzione di un centro PAN (Programa de Atención integral a la Niñez), vale a dire un luogo di accoglienza per bambini minori di 6 anni, orfani o provenienti da famiglie in difficoltà, inserito nel programma pubblico di Attenzione Integrale all’Infanzia. Oltre alla realizzazione del centro, Museke contribuisce ad assicurare l’integrazione alimentare dei giovani ospiti, che presentano spesso gravi forme di denutrizione.


2010 In Burundi parte il Progetto Gateka, un sostegno a distanza per bambini e ragazzi con disabilità. Attualmente il sostegno è rivolto a un trentina di bambini.


2011 Museke ritorna in Bolivia per una missione di fattibilità di un progetto  che mira alla creazione di nuove prospettive di vita per soggetti vulnerabili  nel distretto di Cochabamba.


2012 Burundi. Museke decide di intraprendere in collaborazione con Fondazione Museke e la locale Diocesi il progetto di trasformazione del Centro di Sanità di Gitega costruito negli anni 60 in Clinica.


2013 Burundi. Viene inaugurato ad agosto il rinnovato Centro di Sanità di Gitega ristrutturato grazie all’intervento della Fondazione Museke. Si decide di puntare la maggior parte delle risorse sulla formazione del personale locale. Inizia una seconda fase del Progetto Gateka a favore dei bambini disabili. L’obiettivo è di affiancare al sostegno alimentare e di emergenza sanitaria un vero e proprio percorso di miglioramento della qualità della vita. Sarà inviata dall’Italia un’equipe di medici e fisioterapisti volontari che in collaborazione con un centro di fisioterapia già attivo a Gitega predisporrà per ogni bimbo adeguate terapie e percorsi di formazione per le mamme.


2014 Burundi. Museke decide di sostenere l’opera di una costituenda congregazione denominata Abahoza, che nella lingua locale vuol dire consolare. Queste donne hanno come carisma l’assistenza agli ammalati, ai poveri e ai bambini orfani e sieropositivi. Questa comunità di Gitega viveva, prima del nostro intervento, in uno stato di povertà e di miseria, occupando ambienti degradati. Museke ha deciso di intervenire per dare la possibilità a queste persone meritevoli di vivere in un ambiente più salutare e decoroso e poter crescere i bambini offrendo loro una qualità di vita migliore. Il progetto ha avuto essenzialmente due ambiti di azione: Il primo riguarda la costruzione di una casa alloggio (Dormitorio, refettorio, cucina e servizi), con un adeguato spazio verde, per accogliere fino a 30 bambini e uno spazio esterno coperto per le attività ludiche, una sala per le attività comunitarie. Il secondo è finalizzato alla formazione delle suore sulle tematiche igienico-sanitarie al fine di migliorare la qualità di vita della comunità. La formazione sarà rivolta anche alle attività generatrici di reddito al fine di migliorare la sostenibilità economica della comunità e l’autosostentamento.


2014 Burundi. Adonella ed Eleonora, fisioterapiste italiane, vanno in Burundi accompagnate da altri volontari per verificare le possibilità di sviluppo della seconda fase del progetto Gateka. Al loro rientro e grazie al loro prezioso contributo, si apportano alcuni correttivi al progetto e si decide di inserire anche il sostegno di assistenti sanitari. Tale progetto viene poi bloccato a causa delle problematiche legate alla sicurezza nel Paese che rendono inopportuno l’invio di volontari.


2015 Burundi. Tra il finire del 2014 e l’inizio del 2015 Enrica Lombardi insieme ad altri volontari compie il suo ultimo viaggio in Burundi. Ha modo di partecipare all’inaugurazione dei locali del Progetto Abahoza. Il 24 maggio 2015 Enrica Lombardi torna alla casa del Padre lasciando a chi ha potuto conoscerla una straordinaria testimonianza di impegno per uno “sviluppo solidale dell’umanità”.


2015 Burkina Faso. Grazie al resoconto di un viaggio del 2014 di Enrica Lombardi in Burkina Faso nascono i primi rapporti di collaborazione con questo Paese. Si decide di intervenire nella costruzione di un pozzo a beneficio della popolazione locale nella Diocesi di Ouahigouya.


2016 Burundi. Entriamo in contatto con Padre Leopoldo e l’orfanotrofio da lui gestito a Nyabiraba che si trova in una condizione drammatica. Sosteniamo Padre Leopoldo. Decidiamo di sostenere la realizzazione di un acquedotto per fornire acqua all’orfanotrofio ed agli abitanti della collina.


2017 Burundi. Si decide di realizzare un allevamento di Conigli per il sostentamento dell’orfanotrofio di Padre Leopoldo.


2017 – 2018 Burundi. Progetto in corso. Proseguono le azioni di Museke per avviare al lavoro i ragazzi più grandi del progetto di adozione a distanza. Viene creato, in collaborazione con il volontario espatriato Luciano, una scuola bottega di falegnameria. A questa si affianca la formazione in collaborazione con il VIS per muratori, piastrellisti, elettricisti e sartoria.


2018 Burundi. Riparte il progetto Gateka 2 che sarà chiamato “Gateka Ka Enrica” (per Enrica) e che prevede la collaborazione con una realtà locale per offrire ai bimbi gravemente disabili del progetto Gateka ed in genere ai bimbi disabili dell’area un servizio presa in carico globale della loro problematica con il coinvolgimento delle mamme.


2019 Burundi. Il progetto “Gateka Ka Enrica”, in collaborazione con Fondazione Museke, è una realtà concreta. 13 “studenti” burundesi hanno partecipato ad un primo ciclo di formazione costituito da 5 moduli sotto la docenza di altrettanti professionisti italiani e grazie al coordinamento di personale espatriato presente in Burundi. Il corso ha ottenuto il Patrocinio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia e il riconoscimento del Governo burundese. Almeno due fisioterapisti partecipanti al corso saranno assunti e prenderanno in carico alcuni casi per i quali, l’equipe italo/burundese, avrà valutato possano ottenersi i migliori risultati riabilitativi….e sono 50!!! Dopo 50 anni di attività non ci fermiamo a festeggiare (un po’ sì a dire il vero) ma per riflettere e programmare con gli amici di Fondazione Museke i nostri prossimi 30 anni.


2020/21 Burundi. I fisioterapisti “diplomati” stanno lavorando a beneficio di tanti bimbi disabili e i nostri cooperanti Mimì, Beppe e Luciano sono rimasti in Burundi, prima per il timore delle notizie che arrivavano dall’Italia e poi per il blocco dei voli di rientro. Solo Mimì a dicembre 2020 è venuta in Italia per poi rientrare in Burundi a gennaio. Il Covid è arrivato anche in Burundi ma nessuno saprà mai quali siano stati i suoi effetti. Un morto sulla collina resta un morto di quella collina.


2021 Burundi. Nascono Due nuovi Progetti 

Ineza Ya Samuele – Il bene da Samuele
In collaborazione con la società sportiva New Basket Brescia, nasce questo progetto in memoria di Samuele Freddi, ventenne tragicamente scomparso ad agosto di quest’anno.
Prevede borse di studio per ragazzi burundesi meritevoli ma in condizioni di particolare difficoltà familiare o sociale; inoltre si vuole offrire l’opportunità a ragazzi italiani di fare un’esperienza di volontariato internazionale in Burundi.

Un progetto di solidarietà per i Batwa
Questo progetto nasce dall’idea e generosità di una famiglia che ha voluto dare concretezza nel dono al ricordo di due persone care.  
Il presente progetto si propone di migliorare le condizioni socio sanitarie ed economiche di due comunità composte da famiglie delle minoranza etnica Batwa che sono state già identificate e sostenute da Associazione Museke attraverso il lavoro svolto dal volontario Luciano Rangoni nel distretto di Kiremba. 

Oltre ad offrire un sostegno socio sanitario a tante famiglie, il presente progetto si propone di promuovere l’auto sostentamento delle comunità attraverso la creazione di opportunità di lavoro.


2022 Burundi. I frutti dei progetti
La missione in Burundi di ottobre 2022 ci ha consentito di verificare l’andamento delle progettualità attive. L’elemento più evidente che accomuna tutte le progettualità è il rafforzamento del rapporto tra i nostri operatori e i beneficiari. La presenza di Aline, Beppe e Luciano ha certamente consentito un salto di qualità di molti progetti. Il legame creato con le famiglie, con i bambini e con i collaboratori locali si sta rivelando un grande tesoro.

La formazione a l’avviamento al lavoro si confermano elementi essenziali su cui lavorare per accompagnare i ragazzi e le ragazze cresciute sulla via della piena indipendenza.
Anche nei progetti per la riabilitazione la formazione e il lavoro degli operatori formati danno grandi frutti


Bolivia 2022
In Bolivia, da parte degli amici di Creamos, nuovo impulso al progetto api come veicolo di lavoro e sostegno alimentare.

A tutt’oggi restano attivi in Burundi dunque i progetti Nderanseke (adozione a distanza di bambini orfani e/o di famiglie che adottano), Gateka (Adozione a distanza di bambini disabili), Gateka Ka Enrica (formazione di fisioterapisti e di familiari di bambini disabili e presa in carico di questi ultimi), Amata (fornitura di latte agli orfanotrofi di Mutwenzi e di Nyabiraba), Ibikorva (inserimento al lavoro di beneficiari dell’adozione a distanza ora cresciuti), Ineza Ya Samuele (borse di studio per studenti meritevoli in Burundi) Solidarietà per i Batwa (assistenza sanitaria e cooperativa di lavoro per le comunità di pigmei). Prosegue anche il sostegno ai progetti dell’associazione Boliviana Creamos.